Neolitici, Silvano Rubino 
               In tempi come gli attuali, di grandi  sperimentazioni, molti artisti hanno individuato nel vetro il materiale più  idoneo ad esprimere il loro estro creativo. A Murano, punto di riferimento e di  ritrovo c’è chi provvede interamente o in parte all’esecuzione dell’opera e chi  ne fornisce il disegno dettagliato e ne segue da vicino le fasi della  realizzazione. Ad esse provvede il maestro vetraio nel solco di una tradizione  artigianale che ha saputo evolvere e rinnovarsi ad altissimo livello. 
    
  Fra i più assidui  frequentatori della laguna in questi ultimi dieci anni troviamo il giapponese  Yoichi Ohira, artista di fama internazionale, che  nel dar forma ai suoi capolavori privilegia  la tecnica del vetro mosaico o murrino. Con rara sensibilità Ohira abbina a una  tecnica prettamente muranese, arricchita peraltro da invenzioni sue, forme e  colori di matrice orientale in una splendida armonia di trasparenze, di luci e  di colori. Vi applica le soluzioni più avanzate ricavando nel vetro opaco  giochi di polveri di colori contrastanti con fascinosi effetti, accentuati da  una sapiente opera di molatura a sottolineare i contrasti. Di sicuro gusto  cromatico sono le composizioni di Michele Burato. L’uso del vetro Bullsey,  nella sua vasta gamma di tinte, di velature e  di sfumature, consente all’artista la creazione di tessuti in soffiati di  rigorosa linearità. La conoscenza approfondita  delle tecniche e la valutazione critica dei manufatti vitrei antichi e moderni  costituiscono il substrato del personale stile di Micheluzzi: le realizzazioni  di maggiore successo sono caratterizzate dalla fluidità del materiale modellato  in suggestive forme marine.  
              Top, Michele Burato 
                
              Le collezioni di Massimo  Nordio,  rivolte allo studio di  differenti materiali e di tecniche specifiche, talora di grande difficoltà sul  piano esecutivo, spaziano dall’“avventurina”  in tutte le sue varietà, al vetro murrino, a una sorta di vetro cammeo a due  strati di colore contrastante. Antichi  saperi della lavorazione del vetro e modernissima ricerca formale si fondono  nelle opere di Silvano Rubino. Come scrive Rosa Barovier Mentasti, curatrice della  mostra, “nel gruppo di opere che l'artista ha scelto di chiamare Neolitici egli  gioca col vetro inteso come surrogato della pietra - un travestimento  convissuto nel tempo e nella storia con la dimensione acquea di questa materia  - e insiste nel lavoro di scavo… Il taglio in profondità determina dei motivi a  rilievo volutamente grezzi e in qualche modo primitivi”. Nel lavoro con il  vetro si è aperta, per l’artista tedesca Eva Moossbrugger, una quarta  dimensione, cioè una dimensione interna. La concentrazione e la riflessione  della luce all'interno dei corpi di vetro provocano un gioco fantastico ed  euforico - vivo e variabile col cambiare della luce.  
               dreamgarden, Michele Burato  
                
                
                
                
                
              ad154005, Massimo Micheluzzi 
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