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Altri sentieri, altre visioni: due sentieri mai battuti
Due itinerari inediti, uno in Adamello e uno in Brenta, aperti al pubblico con soste di ascolto e di meditazione di paesaggio. Due sentieri “selvatici” individuati su antiche tracce di camminatori, da 1.600 a 2.300 metri d’altitudine, da percorrere con uno spirito d’attesa e di stupore: un’esperienza dialogante con il paesaggio e con ciò che ha da raccontare.
La guida d’eccezione per le “altre visioni”, il professor Luigi Lombardi Vallauri, ordinario di filosofia del diritto a Firenze e a Milano. Autore di numerosi studi storici, teorici, filosofici, giuridici, in cui approfondisce i princìpi della filosofia generale e della filosofia della religione, Lombardi Vallauri in questi anni ha gettato le basi di una mistica pensata e metodicamente praticata, all’intersezione tra spiritualità orientale e scienza occidentale. Su Rai Radiotre conduce cicli di trasmissioni, tra cui il recente “Meditare in Occidente”.
Intervista di Roberta Bonazza
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Profesor Lonbardi Vallauri, com’è arrivato alla particolare forma di contemplazione che definisce “meditazione di paesaggio”?
Io ho una storia molto antica di ricerca spirituale che inizialmente è stata soprattuto cristiana. Poi c’è stato l’incontro con l’Oriente che è passato anzitutto attraverso lo yoga, quindi mi sono spostato verso tecniche di meditazione che non coinvolgevano il corpo, come la meditazione zen. Poi ho creato un gruppo di ricerca fondamentale nei primi anni Settanta. E’ stato Corrado Pensa che mi ha fatto capire che è possibile essere profondamente religiosi senza bisogno di dogmi e cioè sul piano della pura spiritualità. Mi ha aperto la dimensione della spiritualità senza dogmi e senza sopramondi.
E la meditazione?
E’ arrivata dopo il gruppo di ricerca fondamentale, nel 1979. Con un gruppo di ragazzi, che oggi costituisce la mia famiglia elettiva. Abbiamo superato le mille riunioni. Ogni due anni, negli anni pari, facciamo un viaggio, quasi sempre in Asia ma non necessariamente. Soggiorni di silenzio completo in alta quota, sotto la tenda, ad almeno 2500 metri di altitudine. Così nella mia vita è entrata questa dimensione contemplativa che non ha niente a che fare direttamente con la mia vita professionale. Sono due cose parallele, e una nutre l’altra. Però non hanno tutti questi punti di contatto. E’ questo che mi ha portato a fare le trasmissioni alla radio, che sono un caso particolare della riflessione sul meditare.
Perché ritiene che occorra “meditare in Occidente”?
Io credo che oggi non dico la salvezza, ma il luogo della ricerca sensata di soluzioni non sia nelle valli delle diverse tradizioni, ma sui crinali, all’intersezione. Se prendiamo come grande valle l’Occidente e come altra valle l’Oriente, l’Occidente abbandonato a se stesso rischia la macdonaldizzazione universale. Cioè un milione di Mac Donalds dappertutto: in America, in Europa, in Africa, in Cina, in India. E questo consumo folle di benzina e bistecche. L’Oriente tradizionale abbandonato a se stesso, invece, rischia di impantanarsi nella superstizione. Il santone ignorante, lo pseudo mago. Allora io credo che la ricerca interessante sia quella dell’Occidente che accetta tutte le intimazioni di spiritualità dell’Oriente, e quella dell’Oriente che accetta tutte le intimazioni di scientificità dell’Occidente. E il mio tentativo più originale è proprio di fare della scienza occidentale una via di spiritualità. Una via di contemplazione. E’ quella che io chiamo la meditazione realizzante. Una mistica delle intersezioni, in particolare dell’intersezione tra Occidente e Oriente. Secondo me l’avvenire è lì.
E l’avvenire del pianeta?
Dobbiamo assolutamente invertire l’andamento che di solito si chiama sviluppo. Compresi gli aggettivi mistificanti come sostenibile. Io credo che non si possa appiccicare alla parola sviluppo quasi nessun aggettivo che edulcori la realtà dello sviluppo. O è sviluppo e allora non è sostenibile, o è sostenibile e allora non è quello che chiamiamo sviluppo. In particolare, benzina e bistecca, cioè gli idoli americani che stiamo imponendo anche noi a tutto il mondo, sono distruttori dell’armonia del mondo. Se tutti consumassero la stessa quantità di petrolio e di carne dell’Americano medio e subito dopo, seppure a una buona distanza, dell’Europeo, sarebbe la fine della bellezza di questo pianeta. In particolare, il consumo di carne non è solo antietico per tutte le sofferenze che infligge agli animali, ma è assolutamente antiecologico. Ogni bistecca equivale a quintali di cibo che potrebbe nutrire l’umanità senza devastare il pianeta. Allevare bovini significa abbattere foreste, trasformarle in praterie, e queste praterie calpestate dai bovini si desertificano. I Cinesi, che sono crudeli quasi quanto noi nel maltrattare gli animali, stanno passando da una alimentazione con i famosi quattro cereali taoisti a un’alimentazione carnivora. E quindi ripeto: la diade benzina bistecca non è proponibile a questo pianeta».
Come può la scienza occidentale portare alla contemplazione?
Ad esempio, la scienza può essere spalancamento sui quattro infiniti. L’infinitamente grande dell’universo astronomico. L’infinitamente piccolo del mondo subatomico. L’infinitamente complesso, a cominciare dalla cellula. Ogni cellula è molto più complessa dell’universo, è una vera cattedrale di complessità. E poi c’è l’infinito d’irrapresentabilità che è il passaggio dalla materia alla coscienza. Tutti noi abbiamo nelle teche craniche un bulbo di coscienza, e nessuno sa perché questo bulbo di carne produce coscienza. Non ci stupiamo delle cose eccezionali, ci stupiamo delle cose fondamentali. Il progetto mistica laica è un progetto di stupore realizzante su quello che c’è. Siamo immersi nel meraviglioso. E ci muoviamo nel meraviglioso come sonnambuli.
L’appuntamento «Altrisentieri, altrevisioni» si colloca dentro la cornice de «Il Mistero dei Monti» . |
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