Incontri in montagna, incontri al bar
Paweł Grocholski
Una passeggiata sui monti Tatra, soprattutto d’estate, consiste nell’evitare con accortezza i luoghi affollati. Non è difficile, perché il flusso turistico è facile da prevedere: è segnalato da famosi rifugi montani, dalle funivie e in qualche misura anche dai luoghi ritenuti sacri. Un’escursione pianificata male e l’incontro inatteso con folle di turisti costituiscono un’esperienza decisamente spiacevole. Ci è capitato di recente sui Bassi Tatra: cercavamo la pace e la tranquillità, ma già nel parcheggio ci siamo stressati perché non c’era posto dove lasciare la macchina; poi, in montagna, una fila di gente sudata, cani, urla e bottiglie di plastica disseminate ovunque. Solo sulla cima della montagna, a pomeriggio ormai inoltrato, il sole ha fatto capolino e i fastidiosi turisti sono scomparsi. Questo significa che gli incontri in montagna hanno perso significato e le persone che incontriamo sono potenziali concorrenti nella conquista del lato più comodo del sentiero o di un posto sulla panca del rifugio? Se così fosse, andare in montagna sarebbe come fare carriera nella finanza o nella politica, ma non avrebbe senso, perché non porterebbe guadagni tangibili. A meno che in questo caso il guadagno non sia lo spazio. Così come nel libero mercato vincono i più abili, qui vincerebbero coloro che hanno conquistato ciò di cui c’è maggiore carenza, lo spazio, per esempio conoscendo i sentieri che conducono agli angoli più nascosti e sconosciuti delle montagne. Di solito questi luoghi non sono segnati negli itinerari turistici ed entrandovi si può rischiare di prendere una multa. Perciò l’intrepido vincitore del libero mercato (nella lotta per lo spazio) perde con la concorrenza su un altro fronte: il continuo stress riduce la qualità del suo riposo. Ogni individuo gli appare come un potenziale guardiano della natura: un nemico che potrebbe multarlo. Come si può parlare allora di incontri? Che cosa sono e che significato hanno?
Nonostante le difficoltà di cui si è detto, ci sono molte ragioni per ritenere che il mondo dei Tatra non esisterebbe se non ci fossero le persone che lo popolano. La folla da un lato e le guardie dall’altro sono ovviamente un problema, ma non sono un’alternativa. Adoperando la parola “incontro” ho in mente qualcosa di più della sgradita compagnia di qualcuno che ci procura un danno.
Chi è che possiamo incontrare sui Tatra? Ci sono due tipi di persone in cui ci possiamo imbattere: il primo è lo scalatore solitario e ortodosso, il secondo è il mondano avventore dei bar di montagna. Questi due tipi umani non si incontrano mai nella loro versione perfetta. Lo scalatore solitario evita i rifugi e i bar, si alza presto e rientra tardi. Si veste in modo da non sembrare uno scalatore: gli abiti gli si rovinano più velocemente di quanto non supponga e sul comune turista fa l’impressione di un abitante della metropoli. Al contrario, il suo collega, il frequentatore di bar, indossa sempre un abbigliamento d’alta montagna nuovo e alla moda. In estate sandali da montagna leggeri ed eleganti e una maglietta con l’immagine di un’aquila o di un mammut, in inverno scarpe molto pesanti, marrone scuro o colorate (a seconda della moda del momento) con ramponi utili per il ghiaccio di città. Infine, naturalmente, maglie traspiranti in Gore-Tex e speciale biancheria intima. Nessuno lo scambierebbe mai per un occasionale turista di città. Ovviamente è più facile essere uno scalatore ortodosso che un maestro del bar. Una giornata in montagna è meno stancante di una notte trascorsa al bar. E la natura è più benevola degli uomini, se abbiamo un abbigliamento imperfetto. Senza contare che il caffè costa più delle montagne.
Per fortuna le persone non sono perfette: il frequentatore dei bar a volte si avventura in montagna e lo scalatore scende nei bar. Grazie a ciò sono possibili quegli incontri che creano il mondo dei Tatra. D’altronde si sa, per essere uno scalatore è necessario trascorrere la maggior parte del tempo in montagna, è necessario essere sistematici. Bisogna avere pazienza e allenarsi a lungo prima di raggiungere un livello adeguato. Lo scalatore assiduo di norma non ha tempo per futili incontri, soprattutto al bar. Allo stesso tempo ha bisogno di questi incontri, perché ha bisogno delle conoscenze e delle esperienze altrui, e quando utilizza le proprie capacità personali, vuole vantarsi dei propri successi. Precipita in un vortice di conferenze ininterrotte e da duro asceta si trasforma automaticamente in uno scalatore da bar. Dopo un po’ torna in montagna e la storia ricomincia d’accapo, ma ormai lo scalatore non nasconde più che sono proprio questi incontri a dare senso ai suoi sforzi. È grazie agli ascoltatori e ai sostenitori che le nostre escursioni sui Tatra cominciano a sembrare un’attività artistica. Perché?
L’uomo è una creatura al confine fra due mondi: quello materiale e quello spirituale. Il mondo materiale è rappresentato dalla necessità di guadagnare soldi, di procurarsi da mangiare, ecc. A qualcuno questo mondo basta: la casa, il cibo, l’auto e il televisore. La maggior parte delle persone, tuttavia, ha bisogno di qualcos’altro, di qualcosa che appartiene al mondo spirituale. E un’escursione in montagna è uno dei modi migliori per fuggire dal mondo materiale verso quello spirituale. Siamo capaci di rinunciare a un televisore nuovo o un pranzo per trascorrere un giorno in escursione o in arrampicata. Ovviamente le montagne sono materiali e siamo noi a dar loro un valore spirituale. Non abbiamo la forza di costruire da soli quel mondo metafisico. Per farlo abbiamo bisogno di altre persone, di parlare con loro: abbiamo bisogno di incontri. In questo modo le montagne si trasformano in un mondo spirituale, ma è un mondo molto fragile. Esiste solo nelle nostre menti, ma è indipendente da noi. I luoghi acquisiscono significato, hanno i loro nomi e le loro leggende. Grazie a ciò si crea uno spazio per le persone e le anime, ma non dimentichiamo che questo spazio non esisterebbe senza il contatto con altre persone. Persino l’alpinista solitario e ortodosso costruisce il proprio mondo spirituale non solo in base alla propria esperienza, ma anche in base a quella altrui: consulta le guide e in questo modo, sul terreno dello spirito, incontra i loro autori. I bar svolgono un ruolo enorme nella creazione del mondo montano e spirituale. Molto spesso abbiamo tempo per raccontare le nostre avventure montane solo durante gli incontri al bar. Senza le montagne, che non dipendono dalla nostra volontà, il nostro racconto sarebbe campato in aria. Come pure se non avessimo nessuno che ci ascolta (il che è meno probabile). È proprio per questo che gli incontri costituiscono il nostro mondo montano. |